Irlanda

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Un pub che è anche pompa di benzina, dove trovare di tutto, dal chiodo al trattore.

E’ possibile in Irlanda, perché anche il boom economico degli anni ’90 non ha cancellato l’antica way of life, fatta di serate al pub, di duro lavoro nei campi o sul mare, di tradizioni ben radicate. Un’isola piena di zone selvagge, dove vivono solo cinque milioni di persone, concentrate in gran parte intorno a Dublino e nelle città principali. Un’isola che senza accorgersi è passata di colpo da una società agricola a una post industriale. Senza pagare il pegno all’industrializzazione e all’inquinamento. Da paese d’emigranti in poco più di un decennio l’Irlanda si è trasformata in terra d’immigrati, attirando giovani da tutta Europa. Il flusso di denaro ha reso moderno il paese, portando autostrade, centri commerciali e seconde case che hanno cambiato per sempre alcuni tratti di paesaggio. La crisi economica del 2008 ha come cristalizzato la situazione e dopo una ubriacatura collettiva, gli irlandesi sembrano oggi essersi riappropriati delle proprie radici. Viaggiare oggi in Irlanda significa lasciarsi tentare dal binomio inconsueto di ostriche e Guinness, di rimane incantati dai giardini tropicali in fiordi dove vivono le foche, di essere coinvolti in una serata di musica nel pub del villaggio più sperduto o a un grande concerto con i grandi della musica irlandese.

 

 

 

Giunti Editore
189 pagine
2008
 
 

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